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Intervista CDT Paolo Morel – Mini voluntary disclosure per i frontalieri

Per i frontalieri italiani attivi in Svizzera esiste la possibilità di aderire ad una mini voluntary disclosure per dichiarare le attività detenute all’estero. Ne abbiamo parlato con Paolo Morel, managing partner della PM Consulenze SA di Lugano.

In cosa consiste esattamente la mini voluntary disclosure destinata ai frontalieri?

«Attualmente lo Stato italiano mette a disposizione dei frontalieri il modello per aderire alla procedura di regolarizzazione delle attività depositate e delle somme detenute all’estero (mini voluntary) in violazione degli obblighi dichiarativi in materia di monitoraggio fiscale, derivanti da redditi di lavoro dipendente e di lavoro autonomo prodotti all’estero.

Si tratta di un articolo collegato alla manovra di bilancio per il 2018 che apre questa possibilità destinata a frontalieri, ex frontalieri ed ex iscritti AIRE (anagrafe degli italiani residenti all’estero)».

Quali sono i contribuenti che possono beneficiare di questo articolo esattamente?

«La misura riguarda le persone fisiche (e i loro eredi) che in passato sono state residenti all’estero e iscritte all’AIRE e ora sono residenti in Italia oppure che in passato, pur residenti in Italia, hanno prestato attività lavorativa in via continuativa all’estero in zona di frontiera o in Paesi limitrofi. Quindi stiamo parlando di frontalieri. Si tratta, oltre che di quelli in Svizzera, anche dei lavoratori che quotidianamente si recano in Francia, Austria, San Marino, Vaticano, Principato di Monaco, Slovenia.

Per contro non possono aderire alla mini voluntary i contribuenti che hanno aderito alla voluntary 1 o 2 o coloro che hanno ricevuto notifica di avvisi di accertamento o atti di contestazione su attività e annualità oggetto di regolarizzazione».

Questa misura tocca anche le aziende svizzere?

«Certo, dovrebbero essere interessati anche il personale amministrativo e i responsabili del personale delle aziende ticinesi che occupano personale frontaliero. A nostro avviso è opportuno informare i dipendenti affinché possano sfruttare al meglio questa possibilità anche perché, con l’entrata in vigore dello scambio automatico di informazioni, i contribuenti italiani potranno mettersi definitivamente al riparo da eventuali fastidiosi e costosi contenziosi».

Ci sono dei casi nella pratica che si potrebbero segnalare?

«Ogni fattispecie andrebbe esaminata singolarmente. La procedura è di sicuro interesse ad esempio per i dipendenti che hanno residenza in fascia di confine ma hanno mantenuto la famiglia (moglie e figli) al di fuori della stessa. Analogamente per i lavoratori domiciliati fuori dalla fascia di frontiera ma che non hanno provveduto a ridichiarare in Italia il reddito di lavoro conseguito in Svizzera».

Cosa si può regolarizzare?

«Le attività finanziarie depositate e somme detenute su conti correnti e libretti di risparmio all’estero alla data del 6 dicembre 2017. Occorre che queste attività derivino da redditi prodotti all’estero per lavoro dipendente o autonomo o dalla vendita di immobili detenuti nello Stato estero di lavoro.

Le attività si regolarizzano con il pagamento di un importo pari al 3%, a titolo di imposte, sanzioni e interessi, delle somme depositate sul conto corrente o sul libretto al 31 dicembre 2016. Sarà possibile inoltre regolarizzare anche le altre attività finanziarie diverse da quelle precedenti accompagnando l’istanza di mini voluntary attraverso una pratica di ravvedimento operoso».

Quali sono le condizioni per poter aderire a questa mini voluntary disclosure?

«ll modello opportunamente compilato deve essere inviato entro il 31 luglio 2018, mentre il versamento entro il 1. ottobre 2018».

Scarica l’articolo

Corriere del Ticino – Sabato 9 Giugno 2018

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FOR UK RES-NON DOM

We asked Paolo Morel, founding partner of PM Group, an important Swiss company specializing in business and tax consultancy at the service of entrepreneurs and businesses, why Switzerland is a point of arrival for many entrepreneurs and wealthy families.